lunedì 16 ottobre 2017

Integralisti fuori dal tempo o custodi controcorrente della tradizione? Viaggio nel cattolicesimo tradizionalista pistoiese
Pubblicato su: http://www.reportpistoia.com/pistoia/item/52610-integralisti-fuori-dal-tempo-o-custodi-controcorrente-della-tradizione-viaggio-nel-cattolicesimo-tradizionalista-pistoiese.html



Sono passati esattamente dieci anni da quando Papa Benedetto XVI° promulgò il motu proprio: “Summorum pontificum” che ridiede slancio e piena legittimità alla cosiddetta Messa tridentina, più precisamente la messa celebrata in latino, secondo il Messale Romano preconciliare.

Il motu proprio era stato promulgato dall’attuale Papa emerito anche nel tentativo (in gran parte fallito, tra mille polemiche) di recuperare nella Chiesa romana la fraternità di San Pio X e i seguaci del cardinal Le Febvre, il prelato francese ribelle, ultratradizionalista, che mai aveva accettato le riforme del Concilio Vaticano II°, realizzando, ai tempi di Giovanni Paolo II°, un vero e proprio “mini scisma”.

Papa Benedetto aveva lasciato ai vescovi la possibilità di individuare una o più parrocchie personali (senza giurisdizione territoriale) per i gruppi di fedeli che desiderassero celebrare la liturgia tridentina, non senza causare opposizione e disorientamento, come denunciò con forza, quasi immediatamente, dalle colonne de “Il sole 24 ore”, il cardinal Carlo Maria Martini.

A Pistoia, il vescovo mons. Fausto Tardelli ha, da qualche tempo, scelto la Chiesa di S. Vitale, in pieno centro e incaricato, non il parroco, don Timoteo, ma il sacerdote ultratradizionalista polacco don Cristoforo Dabrowski, parroco di Tobbiana e Fognano, di celebrare, il sabato pomeriggio (la sera nei mesi estivi) la messa nell’antico rito preconciliare.



Don Dabrowski era stato coinvolto alla fine dello scorso inverno in una bufera di polemiche, anche a livello nazionale, per un questionario molto invasivo distribuito alle famiglie della sua parrocchia, in occasione delle imminenti benedizioni pasquali.

Il sacerdote polacco, da poco insediato nella parrocchia stessa, era arrivato, fra l’altro, a chiedere, nel questionario distribuito in tutte le case, se gli abitanti del suo territorio erano giunti a “scelte politiche anticristiane”, suscitando un vespaio di polemiche, peraltro affrontate con un certo piglio (“Se ho suscitato reazioni, vuol dire che ho fatto centro, non è un ritorno al Medioevo, ma alla parola di Gesù Cristo”).

Tornando ai fedeli tradizionalisti, essi sono riuniti a Pistoia, sotto le insegne di una combattiva associazione: “Associazione Madonna dell’Umiltà” che raccoglie un “gruppo di fedeli cattolici promotori dell’applicazione del motu proprio: Summorum Pontificum nella Diocesi di Pistoia”.

L’associazione, collegata ad altre realtà simili regionali e nazionali, si esprime, oltre che attraverso la celebrazione preconciliare nella Chiesa di S. Vitale, e ad altre iniziative di sensibilizzazione, con un blog frequentemente aggiornato: www.associazionemadonnaumiltapistoia.blogspot.it .

Vi troviamo articoli di vario tipo: dalla appassionata difesa della preghiera dei fedeli polacchi ai confini dello stato (nell’anniversario della battaglia di Lepanto), alla promozione del Rosario a catena del 13 ottobre per: “chiedere alla Madonna di salvare l’Italia e l’Europa dal nichilismo islamista e dal rinnegamento della fede cristiana”, ad accuse, indirette, ma nemmeno troppo velate, all’attuale pontificato di avere promosso un “cristianesimo senza Dio, ridotto a solo umanesimo”.

Non è difficile cogliere l’eco della lettera di fine settembre scorso in cui 62 firmatari, studiosi e sacerdoti cattolici, tra cui il banchiere, ex presidente dell’IOR Ettore Gotti Tedeschi, hanno accusato papa Francesco di tendere verso sette eresie, in particolare per aver aperto la possibilità di accedere ai sacramenti alle persone divorziate.

Secondo i firmatari della lettera, mediante "parole, atti e omissioni" Papa Francesco avrebbe: "causato grande e imminente pericolo per le anime".

Ma chi sono i cattolici tradizionalisti pistoiesi?

Come si rapportano con il resto della comunità e della cittadinanza?

Incontrarli non è semplice.

In questo periodo la messa secondo il rito romano, per impegni del sacerdote, è temporaneamente sospesa, mentre il numero di cellulare segnalato sul blog, appartenente all’ex presidente, risulta disabilitato.

L’associazione, al momento, si esprime soprattutto e un po’ paradossalmente con uno strumento tutt’altro che tradizionale, il blog appunto.

Uno dei coordinatori dell’associazione “Madonna dell’Umiltà” è un parrocchiano della chiesa di Vicofaro. Certamente agli estremi opposti rispetto alla associazione che, ad esempio si scaglia contro il neo arcivescovo “ progressista” di Milano Mario Delpini, colpevole, secondo ciò che leggiamo sul blog, di aver invocato “meno Eucarestia e più Parola” assecondando una grave “deriva neoluterana”.

In uno dei vari appostamenti a vuoto realizzati per incontrare i membri dell’associazione è capitato, quasi per caso, di incontrare, nei pressi della Chiesa di S. Vitale, il parroco titolare, Don Timoteo.

Il sacerdote, di fronte a un giornalista, non si è sbottonato più di tanto. “Non li conosco bene, non mi sento di giudicare”. Traspariva, però, un po’ di preoccupazione scioltasi solo dopo aver compreso di aver di fronte solo un cronista, non un supporter del rito preconciliare.

Il sacerdote, informatosi sul nome di chi lo interpellava, ha risposto, regalando un sorriso: “Ti chiami Francesco, allora prega per il tuo Francesco, che il Signore lo conservi, per carità”.

Alla fine, consultando con attenzione il blog dei “custodi della tradizione pistoiesi”, si scorge, sempre in latino, una preghiera per il Papa attuale (probabilmente nella speranza di favorire un suo cambio di rotta), certamente da loro meno amato del suo predecessore Benedetto XVI°, ora emerito.

Il quesito, antico come la Chiesa, cresciuta, fin dall’inizio, nonostante scismi e divisioni, è se anime così apparentemente inconciliabili come, ad esempio, questa associazione e la pastorale di Vicofaro, da cui diversi componenti provengono, possano tenersi insieme.

La tensione e il distacco, a volte anche manifesti, sono evidenti, anche a Pistoia, ma realtà come questa, sembrano preferire ignorarsi. Salvo episodi singolari, come il “controllo di cattolicità”, promosso dai militanti di Forza Nuova (che nulla sembra avere a che fare con l’associazione tradizionalista) nei confronti del funambolico parroco di Vicofaro, Don Massimo Biancalani.

Francesco Lauria

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