domenica 12 febbraio 2017


Quella P di casa mia: Pistoia, ma soprattutto Permaflex.



Voglio cominciare il mio racconto su Pistoia da una porta.

Non vado molto lontano, si tratta della porta di...

...casa mia.

Certo, non la porta principale, ma un'apertura laterale di quello che dovrebbe diventare, prima a poi, il giardino di casa.

Osservatela bene.

Per i non giovanissimi si tratta di un marchio un tempo molto, molto conosciuto.

Una P. Quella che si accompagnava a "Brando", l'omino col pigiama che per generazioni ha rappresentato, in Italia e nel mondo, la vendita di famosi materassi.

La Permaflex.

Si perché da quasi due anni vivo, con la mia famiglia, mio figlio Jacopo e mia moglie Serena, in un'area che ospitava un tempo abitazioni, uffici e spazi espositivi, aree produttive, legati a quella che, insieme alla Breda, era la fabbrica più famosa di Pistoia: la Permaflex appunto.

In realtà, magie del capitalismo del brand, dopo il fallimento definitivo, a cavallo di anni novanta e duemila, e di vari passaggi di mano, che hanno coinvolto anche società off shore, il marchio è ancora attivo, anche se la nuova società non ha nulla a che fare con quella storica, pur ricordando, nel proprio sito, l'anno di nascita della Permaflex: il 1953.

Un marchio che, inevitabilmente, ricorda anche il ruolo avuto nell'azienda da Licio Gelli, il venerabile della loggia P2, recentemente scomparso e i cui funerali, non a caso, si sono svolti a Pistoia, città natale.

L'area, tra insediamenti abitativi e produttivi, è un esempio di come non si gestisce una crisi industriale da un punto di vista urbanistico e non solo.

Non c'è visione d'insieme, non c'è un progetto pubblico-privato per ridare ossigeno alle poche attività che resistono.

Ovviamente la crisi non ha aiutato (anche se il crollo della Permaflex è di molto precedente), ma essa è una spiegazione solo parziale.

Incredibilmente, nonostante si parli tanto di lotta al consumo di suolo, non si riesce a concedere la destinazione abitativa, per un mero cavillo, alle unità abitative, a fianco della mia, che sono, da un punto di vista urbanistico, assolutamente simili e probabilmente parzialmente abitazioni da circa un secolo.

Tutto il processo di ristrutturazione e bonifica è rimasto a metà.

Quello che si dovrebbe ripensare è una funzione non speculativa, ma abitativa, commerciale, artigianale, dell'area nel contesto della zona Nord di Pistoia, vicina allo svincolo della superstrada e alle pendici della strada che porta verso la montagna: "la via Vecchia Montanina di Gello".

Altrimenti, il rischio è che rimanga solo la ruggine e di un nome glorioso, pur se controverso, si perda anche la memoria.

Francesco Lauria

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