lunedì 17 aprile 2017

Pausa di riflessione....


Questo blog era nato da una delusione (politica) e giunge, dopo poco più di due mesi, ad un'altra delusione.
L'intento era quello di uno sguardo, dichiaratamente soggettivo, sulla città e il suo territorio.
Ha avuto un discreto successo, ma ora è il tempo di una pausa.

Viviamo tutti in una società che ha una comunicazione compulsiva e spesso si parla e si scrive senza avere più la certezza di poter cambiare davvero ciò che non condividiamo.

Si guarda, ma non si osserva, si comunica, ma non si dialoga davvero, si parla, troppo spesso, senza ascoltare e senza ascoltarsi.

A tutti, o quasi, sarà capitato, sui social media, di mettere un mi piace a qualche articolo o post di altri, senza nemmeno averlo letto per intero.

Io non faccio eccezione.

Mi rimangono nella mente e nel cuore le parole di un grande sociologo della politica, Pino Ferraris, che, citando, nel 2011, Vittorio Foa, ricordava: "Nella prefazione de La Gerusalemme rimandata Vittorio Foa, concludendo la sua ricerca sul fermento industriale e il controllo operaio nell'Inghilterra del primo ventennio del Novecento, così scrive: "Quegli inglesi mi hanno aiutato a capire meglio quello che nel corso di una lunga vita mi è parsa una distinzione importante; che la politica non è solo comando, è anche resistenza al comando, che la politica non è, come in genere si pensa, solo governo della gente, politica è aiutare la gente a governarsi da sè".

Concludendo la prefazione al suo bellissimo testamento intellettuale: "Ieri e domani", Pino Ferraris ammoniva, rispetto al ruolo delle reti sociali informatiche: "(...) Connessione non significa però associazione. Solo l'immaginazione politica e l'insorgere di soggettività critiche cooperanti potrà piegare le nuove tecnologie della comunicazione verso una configurazione associativa in grado di rafforzare il volto emancipatore della politica come capacità della gente di governarsi da sè".

La riflessione su questa sua frase mi spinge a fare un passo indietro e a studiare nuove forme di "connessione di soggettività critiche cooperanti". 
Non rinnego nulla, ho messo con gratuità tutto me stesso alla ricerca del bene comune.
Ora è il tempo di fermarsi, seguendo l'esempio di un grandissimo come Vittorio Foa, che, negli anni ottanta, tornò a studiare, per poi ripartire, dopo una vita vissuta pienamente e generosamente nell'impegno sindacale e politico.

Lo sguardo sulla città probabilmente tornerà, con qualche cicatrice meno fresca e una diversa impostazione.

Arrivederci.

Francesco Lauria

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