venerdì 7 aprile 2017


Quale Bartoli?
Il cambiamento necessario è altrove.


Roberto Bartoli è una persona con cui ho interloquito abbastanza dal punto di vista pubblico, senza averla mai, e dico mai, incontrata di persona.

Come è sufficientemente noto, fui io, infatti, l'estensore della segnalazione alla Commissione di Garanzia Provinciale del Pd di Pistoia, che fu sottoscritta da tre iscritti, oltre a me, Paolo Poli, segretario del Pd alla Casermette e Giuseppe Caizzi.

Il ricorso fu presentato a seguito della famosa telefonata a Simona Laing, volta ad evitarne la candidatura e a salvaguardare il patto di potere (Bartoli, Bertinelli, Bini) che espropriò i cittadini pistoiesi (almeno quelli elettori del Pd) in occasione delle ultime elezioni regionali, dove si prefigurò, in ogni modo, l'elezione del triciclo Massimo Baldi, Marco Niccolai, Federica Fratoni.


La registrazione di quella telefonata, assunta alle cronache nazionali anche per il famoso: "Ti ricopriremo di merda" di Roberto Bartoli nei confronti della Laing è un vero best seller su youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=U8aR3uS_kpk

Va ricordato che, allora, Bartoli era membro dell'Assemblea Nazionale del Pd (e forse lo è ancora se si è scordato di dimettersi) e si rivolgeva in questi termini a un'iscritta per spingerla a rinunciare a candidarsi.

Un tema controverso, per carità, anche per l'uso della registrazione, ma a me sembrò comunque incredibile che un tale comportamento non fosse stato sanzionato politicamente e proceduralmente.
Anzi.

Bartoli fece delle opposizioni formali e il ricorso dovette essere ripresentato, poichè occorreva che, senza entrare nel merito, fossero i segretari di circolo a trasmetterlo alla Commissione di Garanzia.

Nel frattempo Giuseppe Caizzi aveva già lasciato il Pd e io fui espropriato dei miei diritti dalla pavidità del segretario del circolo di Gello, Jacopo Girolami ,che fece scadere i termini per il suo "visto" di trasmissione del ricorso, con la scusa delle vacanze estive.

Per fortuna Paolo Poli, essendo segretario di circolo, potè ritrasmettere direttamente il ricorso., superando il muro di gomma.
Come tale esso fu giudicato, tanto che la Commissione di Garanzia del Pd provinciale, presieduta da Aldo Bartoli, sospese Roberto Bartoli per tre mesi, da luglio all'ottobre 2015, con decadenza dagli incarichi individuali e sospensione (direi non rispettata) dalle attività nel partito.
La Commissione richiamò, in forma lieve, Simona Laing, e chiese per iscritto chiarimenti al segretario del circolo di Gello per il suo comportamento.

La decisione su Bartoli fu poi ribaltata dalla Commissione di Garanzia Regionale con tanto di intervento diretto del segretario Parrini.

Io, correttamente, mantenni il riserbo, mentre Bartoli scatenò varie mobilitazioni anche sui social media a suo sostegno.

A seguito di queste vicende ci fu uno scambio epistolare su Pistoia e il suo sistema di potere tra me e lo stesso Bartoli, che mi accusò pubblicamente, per poi fare marcia indietro, di essere una pedina di altri.

Quello che Bartoli proprio non capiva era come io, anche con petizioni pubbliche e mobilitazioni collettive, (si veda, questa, ad esempio... http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2015/02/16/news/pd-in-35-chiedono-di-discutere-le-candidature-1.10877469 ) mi fossi dato da fare, al di là del ricorso sulla Commissione che era solo uno degli aspetti, per impedire una spartizione di potere  non trasparente e non opportuna in occasione delle Elezioni Regionali.
Non ero nemmeno un sostenitore di Simona Laing, solo non era accettabile un percorso così opaco, pieno di conflitti di interesse, operato sulla testa delle persone e in cui erano coinvolti sia i turborenziani che tutto il gruppo di potere legato all'attuale sindaco Bertinelli.

La mia lettera fu ripresa (con un titolo inventato e che, sinceramente, mai avrei indirizzato alla città di Pistoia) da Linee Future (ora Linea Libera) con questa introduzione: "Un iscritto del Pd denuncia un partito di omertà, paure, minacciate ritorsioni, finti congressi, cooptazione, insabbiamenti, e racconta una Pistoia ingessata da servilismo e spartizioni tribali di potere che soffocano ogni slancio di novità."

Ecco il link:http://www.linealibera.info/un-pd-sarcofago-in-una-citta-sarcofago/

Bartoli rispose pubblicamente, da un lato, scusandosi con me e concedendomi la buona fede (dello sciocco?), e dall'altro spostando il tiro da sé, ad un'area riformista pistoiese, da lui definita: "sotto attacco".

http://www.linealibera.info/noi-riformisti-siamo-sotto-attacco/

Oggi, di fronte alla sua nuova uscita dal Pd (situazione che, curiosamente ci accomuna) il tema di fondo e di attualità è: qual è il vero Bartoli?

Quello che esce ed entra dal Pd a seconda dei rapporti di forza, a lui più o meno favorevoli?

Quello che si autoproclama paladino del cambiamento e poi si comporta, come ha fatto, come garante di parte, ma collettivo, di una spartizione precostituita e non trasparente, proprio con coloro che, a parole, dice di combattere?

Quello che utilizza la propria posizione nei confronti di iscritti e persone?

Quale credibilità hanno, oggi, alla luce di queste considerazioni, le sue posizioni, anche di merito programmatico o di rinascita partecipativa?

Ma soprattutto, perché, a Pistoia non si riesce, con più serenità, a fare politica maggiormente alla luce del sole?

Siamo certi che Bartoli, a fronte di altri momenti di opportunità, non ritorni al 2015 (solo due anni fa) e, al di là dei toni roboanti da campagna elettorale, non ritrovi la strade per un accordo con Samuele Bertinelli, magari tra il primo e il secondo turno, in caso di ballottaggio?

Proprio per questo Pistoia ha bisogno di un vero cambiamento, nel metodo e nel merito.



Non può tornare alla telenovela Bartoli Bertinelli - Bertinelli Bartoli, senza capire che è, invece, chi è davvero al di fuori da questi sistemi di potere per il potere che può aspirare legittimamente ad offrire una proposta solida di governo non sulla città, ma con e per la città.

Questa speranza di cambiamento può essere incarnata solo da chi ha saputo tenere così fede ai propri valori, principi e idee, da essere davvero espulsa dai sistemi di potere per il potere.

Pistoia deve cambiare...

Non "verso". Ma dentro, nel profondo.

Pistoia può e deve ritrovare in se stessa, l'energia di una rinascita e di una primavera liberante.

Il vero pluralismo e la vera possibilità di alternativa, sono a un passo.

Non fermiamoci.

Francesco Lauria


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