domenica 30 aprile 2017

1 MAGGIO:
tra Portella della Ginestra, Pistoia e Pieve a Nievole.
PROMUOVERE GIUSTIZIA, INSIEME.
E' stata molto opportuna la scelta di Cgil Cisl e Uil di celebrare il primo maggio a Portella della Ginestra, in Sicilia, a settanta anni dall'orribile strage di lavoratori avvenuta nel giorno della loro festa.
Ancora oggi non sono chiari i mandanti della strage, ma certe sono le vittime. La dignità del lavoro e chi lottava, a fronte di enormi sacrifici, per conquistarla.
Oggi, primo maggio, ricordiamocelo, festeggiando e pensando, agendo collettivamente per "promuovere giustizia insieme" che altro non è la radice etimologica greca della parola SINDACATO.
Così è stato anche nella manifestazione/corteo partecipata, come ogni anno, tra le vie di Pistoia.
Il primo maggio è una ricorrenza, con tutti i limiti degli anniversari.

Ma è anche l'occasione di riflettere sul lavoro e sul non lavoro oggi, a dieci anni dall'inizio della crisi globale.
L'anno scorso, per Report Pistoia, seguivo, in questi giorni, la difficile e non fortunata vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici del calzaturificio Balducci, a Pieve a Nievole.
Una storia di impoverimento industriale e culturale, di svendita del marchio (made in Italy e made in Pistoia) e delle persone.
Oggi quel calzaturificio è destinato a divenire probabilmente una nuova area dismessa nelle vicinanze di uno snodo autostradale, di cui piano piano, si perderà anche la memoria.

Il primo maggio deve essere anche l'occasione di progettare e costruire una società diversa, che fa della sostenibilità il proprio baricentro e il proprio orizzonte.
Anche per il sindacato, per non giocare troppo spesso in difesa, è una grande e quotidiana sfida.

"Ebbi la fortuna di carpire una conversazione tra due padri costituenti (Dossetti e La Pira). Essi pensavano che la parola lavoro, collocata all'inizio della Costituzione, dovesse affermare una estensione straordinaria del suo significato, non tanto in termini di produzione di oggetti o di servizi, ma latinamente, come fatica, labor; e quindi pensavano alla Repubblica fondata sul lavoro come una società frutto della fatica di tutti, del bambino che impara a leggere e a scrivere, di chi giuda l'autobus in città, del grande artista che perfeziona la sua capacità. Questa parola abbraccia la fatica come dovere di ciascun cittadino, come dovere dello Stato - siamo ai primi articoli della Costituzione - di fare in maniera che ognuno possa esercitare pienamente la sua cittadinanza attraverso la fatica del lavoro: chi studia, come chi lavora, chi impara a scrivere come chi si ammala. La società è il frutto di questa compartecipazione della fatica di ciascuno e di tutti, con la cura che ognuno la possa esercitare." - Giovanni Nicolini

Buona festa del Lavoro!
Francesco Lauria
Per approfondire:

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