martedì 21 marzo 2017

Condivido questo post dell'amico Massimiliano Filippelli e anche il suo poetico sogno finale...


La vasca del parco della Resistenza, la brutta immagine della città


Questa mattina come altre volte, in questi giorni di incipiente primavera sono attratto dall'irresistibile voglia di passeggiare in qualche luogo verde, in uno spazio che si possa indicare come giardino pubblico.
Vicino a me, ad un tiro di schioppo, c'è il Parco della Resistenza, luogo simbolico per Pistoia, non solo per la memoria storica dal nome che porta ma anche per l'aspetto più ecologico, paesaggistico che lo ha portato diverse volte alla conoscenza di quanti sono sensibili al degrado degli spazi verdi. All'interno del parco, c'era una vasca che fino a poco tempo fa, malgrado non ospitasse esemplari ittici che attirassero l'attenzione, né splendide piante lacustri, era comunque un luogo decente come ogni vasca all'interno di un parco cittadino, dove il viandante in fuga poteva ristorarsi piacevolmente con lo sguardo. Lo sguardo attuale è il degrado più totale.
Se in un frammento di quello specchio d'acqua volessimo riflettere l'immagine della città delle piante, sarebbe impossibile vedere letteralmente il proprio volto e quello della città risulterebbe sfigurato dall'incuria e dall'indifferenza.
Nel mezzo dell'acqua dai simulacri vuoti come vasi sospesi, ci sono i resti secchi e inariditi delle piante, ciò che era verde adesso è un ricordo del passato, l'acqua ferma e melmosa sembra lo stagno di un purgatorio dantesco. Lo sguardo del viandante che è sceso, a pochi passi dalla stazione, per fare due passi non può rimanere che sgomento, se in quel frammento di acqua stagnante volesse leggere dentro la superficie una verità sulla città che sta per visitare. Vorrei immaginare con la forza della volontà dopo la tristezza dell'appello, che dei fanciulli, frammenti di luce di un ideale situazione, potessero vedere cangiare improvvisamente quello spettacolo adulto; al suo posto lo specchio terso e riverberante di una stupenda giornata di primavera, l'acqua che scrosciando sulla  superficie del laghetto culla il silenzio di un dolce abbandono, ninfee, fiori di loto e altre specie che accarezzano lo sguardo di un pittore, e lo specchiarsi di una bellissima donna che con il suo cappello facesse capolino in un sorriso estatico.
Forse l'immaginazione è più potente della realtà e può creare degli effetti insospettati!


Massimiliano Filippelli*

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