martedì 9 maggio 2017

IL DERBY DI MADRID, PISTOIA, LO STADIO VINCENTE CALDERON E LE VILLE SBERTOLI



I
n questi giorni mi trovo a Madrid per un progetto europeo di ricerca, cui ho attaccato, ieri, una giornata di ferie. Una strana disavventura è stata molto istruttiva e mi ha fatto riflettere.
Arrivato all'hotel prenotato, uno dei tanti a Madrid della catena multinazionale spagnola NH, per un disguido ho trovato la camera riservata solo dal giorno seguente.
E' cominciata una ricerca affannosa di un hotel libero, difficile anche a causa del molto sentito derby Atletico-Real per la semifinale di Champions League che coinvolge i tifosi cittadini, ma che ha visto arrivare in città anche molte persone da fuori, giornalisti compresi.
Per uno scherzo del destino l'unica stanza nella catena Nh trovata libera era proprio nell'Nh vicino allo stadio dell'Atletico, il Vincente Calderon, in tutt'altra zona del mio convegno, nella parte Sud di Madrid, molto più popolare ed anche molto meno impersonale di quella cui ero destinato. Un simpatico tassista sulla sessantina mi ha accompagnato all'albergo, sfidando il traffico caotico della capitale spagnola.
Era un tifoso sfegatato dell'Atletico, un ex contadino, persona semplice. Mi ha raccontato come l'Atletico fosse la squadra dei poveri e, almeno dal suo punto di vista, il Real la squadra di Franco e dei militari. Era molto scettico sulle possibilità di rimonta della sua squadra biancorossa, anche per le "entrature" politiche dei cugini, oltre che per il 3-0 sonoro dell'andata, giocata al Santiago Bernabeu.
Mi ha aggiunto anche che quello di oggi sarà l'ultimo derby giocato al Vincente Calderon uno stadio da 60.000 posti in mezzo alle case e ai quartieri popolari che sono il luogo naturale del tifo per la "seconda" squadra di Madrid.
Presto verrà inaugurato il nuovo stadio dell'Atletico, tra mille torri commerciali, in periferia, vicino all'aeroporto.
Ormai, mi dice il tassista, cui non ho chiesto il nome, il calcio è soprattutto business, a volte mafia, molto raramente è sport.
La cosa mi ha fatto riflettere e mi ha fatto pensare al dibattito pistoiese sulle Ville Sbertoli, il bellissimo complesso architettonico sulle colline delle città, che ha ospitato per decenni una residenza psichiatrica e aule formative ed universitarie, e che ora vive, ormai da vent'anni, nel progressivo degrado.



La risposta all'abbandono non può essere un progetto di vendita a pezzetti, smembramento, destinazioni edilizie private.
E' vero, sembra molto difficile, con la crisi, pensare di trovare le risorse, ma occorre una risposta partecipata, dal basso, uno scatto di orgoglio della città. Occorre recuperare la memoria, per riprendere in mano il presente e tornare a credere in un futuro di progetto.
Non mi dilungo, ho scritto e mi sono documentato molto sul tema.
Solo aggiungo che stasera, tiferò certamente per la quasi impossibile rimonta dell'Atletico, nella sua casa in via di demolizione, piena di ricordi e di passione, sperando che non cada nel degrado come, a Roma, lo stadio Flaminio vittima di un intento speculativo anch'esso senza memoria e senza progetto che niente ha a che fare, ha ragione il mio tassista madrileno, con la bellezza della passione per lo sport e per il calcio.
Così è, nella piccola Pistoia, per le Ville Sbertoli. Se non ci si ribella al progetto di smembramento, così come all'oblio e al degrado attuale, si da, implicitamente ragione, a chi crede che con la bellezza, la memoria, la sanità, la cura, l'educazione, si possa semplicemente fare mercato, magari spacciandosi anche per persone e organizzazioni di sinistra.

Francesco Lauria

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