sabato 20 maggio 2017

Le Fornaci e noi (di Massimiliano Filippelli)


Ci sono quartieri periferici di una città che assumono la valenza simbolica della marginalità, di tutto ciò che quella città non vorrebbe assumere  e lo rigetta prendendone le distanze: le Fornaci a Pistoia è uno di questi.  
Non dimentichiamo soprattutto di quel grigio, asettico, non-luogo rappresentato dal Triangolo, progettato e costruito nella seconda metà degli anni 80, che offende lo sguardo per la sua disarmonica presenza con il contesto del paesaggio. Le persone che sono costrette a contemplare la bruttezza perché ci vivono, senza una dovuta resistenza, rischiano di esserne condizionati!
Qualche sera fa ho avuto occasione di ascoltare alcuni cittadini di quel quartiere, come candidato nella lista civica che sostiene Ginevra Lombardi, presente al dibattito.
Il gruppo di persone lì riunito ci aspettava per sentire quali proposte di cambiamento porta avanti il progetto della nostra lista per una zona così maltrattata in questi anni d'incuria e degrado progressivo. Ginevra Lombardi ha esposto inizialmente tutte le battaglie fatte sul fronte dei beni comuni, comitati dell'acqua pubblica e altro per poi esporre un progetto di miglioramento e promozione del territorio con l'apertura di un punto vendita  Eataly   che potrebbe dare lavoro a tanti giovani e non che sono a spasso, creando  un circolo virtuoso di miglioramento dell'immagine del luogo. 
Le persone riunite hanno replicato con i loro punti di vista senza nessun ritegno e in modo genuino, esprimendo  la preoccupazione per l'arrivo di numerosi immigrati, per il degrado diventato rilevante in tutti questi anni di nuovi arrivati, per la mancanza di sicurezza e la paura ad aprirsi. 
Pur senza alimentare o giustificare in nessun modo atteggiamenti di esclusione e di razzismo, non è possibile tacere il grido che in vari modi si leva dalle storie di ognuno, anche se in piccoli frammenti, dove sembra delinearsi una comunità campione in cui si rende palese da una parte il desiderio di un miglioramento  e dall'altra rassegnazione e rabbia.

Massimiliano Filippelli


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