venerdì 11 agosto 2017


TORNARE AI FONDAMENTALI: un sindacato che abiti le periferie esistenziali e del lavoro.
Intervista ad Alessandra Biagini, Cisl Toscana Nord

Il 28 luglio scorso il consiglio generale della Cisl Toscana Nord, ha eletto la pistoiese  Alessandra Biagini nella segreteria dell’omonima struttura che accorpa le province di Pistoia, Lucca e Massa Carrara.
La incontriamo in un torrido pomeriggio di inizio agosto, in una sede di Viale Matteotti, quasi in assetto di pausa estiva, con l’eccezione della sua categoria di provenienza, la Scuola, che vede un fitto via vai di docenti non di ruolo, in prevalenza giovani, alla ricerca di informazioni e consulenza sulle graduatorie.

Come ha conosciuto il sindacato?
L’ho conosciuto da precaria, tra il 1978 e il 1979, quando iniziai le prime supplenze nella scuola dell’infanzia statale. Come quasi tutti i miei colleghi avevo delle difficoltà nel compilare le domande e trovai nella Cisl Scuola di Pistoia, allora guidata da Marco Melani, un supporto attento, in particolare per noi giovani non di ruolo. Tornavo spesso alla sede e quando mi chiesero di iscrivermi fui felice di farlo. Entrai in ruolo nel 1985, presso la scuola dell'infanzia di Agliana, ma rimasi in contatto con la Cisl come volontaria. Fu nei primi anni duemila, con le prime elezioni Rsu nella scuola, che mi fu chiesto di candidarmi e di impegnarmi nel mio istituto, cosa che avvenne anche nella tornata di elezioni successiva. Nel 2004 mi trasferii alla Leonardo da Vinci di Pistoia, perdendo la carica elettiva, anche se dall'anno precedente ero impegnata regolarmente nelle consulenze. Nel 2005 mi fu proposto, dall'allora segretaria Cristina Zini, il distacco sindacale a tempo pieno e l'entrata in segreteria della Cisl Scuola di Pistoia. Nel 2009 sono diventata segretaria generale della Cisl Scuola di Pistoia. Infine, nel 2014, con l'accorpamento di Pistoia, Massa e Lucca, segretaria generale della Cisl Scuola Toscana Nord.

Il suo percorso, molto graduale, ci permette di riflettere su come è cambiato fare sindacato negli ultimi anni, a partire dalla scuola.
Nel settore della scuola, i cambiamenti delle normative, in particolare dal 2008, hanno subito una fortissima accelerazione, ad ogni livello. Il sindacato rincorre non senza affanno questi cambiamenti regolativi, legati anche alla digitalizzazione spinta della Pubblica Amministrazione. Spesso non si riesce a leggere e analizzare un'ordinanza, una legge, una circolare, che la norma è già cambiata. Tutto questo, un po' paradossalmente, è contemporaneo alla stasi della contrattazione nel settore pubblico, bloccata dalla crisi. Spesso siamo costretti a fare più sportello che sindacato vero e proprio. La consulenza, la vertenzialità, il supporto amministrativo, anche in supplenza delle istituzioni, sono elementi importanti, ma il nostro fulcro dovrà tornare ad essere sempre più il confronto costante con i lavoratori  e la loro rappresentanza sui luoghi di lavoro. Nel nostro settore, ma non solo, stiamo poi ancora gestendo le plurime gravi criticità originate dalla riforma Fornero. 

Quali sono le priorità con cui si accinge al nuovo incarico confederale a Pistoia? Quali le prime sfide da affrontare?
Il mio approccio non può che essere umile. Vengo da un'esperienza che è stata molto incentrata nel mio settore professionale, dovrò ascoltare molto. Concentrarsi sul fare squadra sarà fondamentale, con le nostre categorie e con i servizi. La priorità organizzativa è poi lo spostamento della sede, perchè ci rendiamo conto che quella attuale non è più adeguata alle esigenze degli iscritti e degli operatori. La Cisl di Pistoia nella Cisl Toscana Nord, deve concentrarsi a realizzare unitarietà di intenti, essere inclusiva e sempre più presente sul territorio, in rapporto con le istituzioni e tutto il mondo delle parti sociali e dell'associazionismo. Dobbiamo esserci: penso anche alla contrattazione sociale.

Come rispondere a chi parla, non senza riscontri oggettivi, di declino del sindacato?
Il nostro ultimo congresso nazionale ha preso avvio in un'udienza molto significativa con Papa Francesco. Come ci ha ricordato giustamente il Papa, il sindacato deve tornare a frequentare le periferie del lavoro, deve esserci dove il lavoro non c'è, per chi il lavoro non ce l'ha, l'ha perso. Deve incontrare e supportare i giovani che il lavoro non l'hanno mai trovato e sono caduti nel circolo vizioso della sfiducia. Muovere verso queste persone non è semplice, occorre trovare parole e modalità nuove, ricostruire spazi, luoghi, presidi sociali abitabili: partendo dai ragazzi e dalle ragazze. Dobbiamo fornire una bussola a coloro che faticano ad orientarsi in un mercato del lavoro ancora fermo e poco trasparente, aiutarli ad impegnarsi sulle loro competenze, non lasciarli soli. Dovremo certamente investire energie sulle nostre sedi periferiche, solo apparentemente marginali, penso, per fare un esempio, al nostro presidio, potenzialmente strategico, nel quartiere delle Fornaci. Innovazione e formazione continua sono elementi centrali anche per valorizzare i settori produttivi del nostro territorio, preservandoli dal declino e da una tensione competitiva, ormai globale, basata solo sulla compressione dei costi del lavoro.



In questi giorni i vostri uffici sono presi d'assalto da insegnanti alla ricerca di un posto in graduatoria. Cosa si può fare perché il sindacato non diventi semplicemente un mega ufficio vertenze e servizi?
Vale per la scuola, ma non solo: dobbiamo ripartire dalla contrattazione. Il sindacato, in senso generale, non può limitarsi ad essere solo uno sportello. Aiutare le persone è importante, anche attraverso le vertenze, ma non basta, per quello potrebbero bastare, forse, gli avvocati. Il sindacato vive contrattando accordi sulle condizioni di lavoro, tenendo presente anche i tempi di vita e tutti gli aspetti legati al welfare e al benessere delle persone e delle famiglie. Non solo sul posto di lavoro, ma a trecentosessanta gradi. Dobbiamo contribuire a cambiare la cultura del paese su questo, a partire dalla concretezza degli accordi in azienda e nel territorio, quest'ultimo sempre più importante in un mercato del lavoro così frammentato. E' necessario riflettere su come innovare i contratti collettivi, accompagnare le trasformazioni digitali del lavoro, non avere timore nel contribuire a governare il cambiamento.

Il nuovo sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, ha dichiarato, in campagna elettorale, di credere nei corpi intermedi e nel sindacato. Che effetto le fa sedere ai tavoli con un sindaco di centro destra nel comune capoluogo? 
Ci confronteremo sul campo e sul merito, come è nostra attitudine. Questo vale non solo per l'amministrazione comunale di Pistoia, ma per tutte quelle del territorio, a partire dalle nuove giunte, di qualunque colore politico siano. Credo sia importante essere chiamati a discutere concretamente ai tavoli, non ci interessano i riti. Daremo il nostro contributo a partire dall'analisi e dal monitoraggio dei bilanci comunali.

Dal suo punto di vista di insegnante e di sindacalista come ha funzionato, a Pistoia, l'alternanza scuola lavoro, introdotta dalla cosiddetta "buona scuola"? Cosa si può fare per migliorarla?
L'alternanza scuola lavoro è un tema fondamentale. I nostri docenti, che sono le nostre antenne, si rivelano, però, molto perplessi sull'attuazione della norma. E' necessario lavorare a convenzioni con le aziende più innovative del territorio e soprattutto costruire un ponte vero con le imprese, attraverso tutor preparati. Molto spesso i ragazzi e le imprese stesse sono disorientati, si disperdono potenzialità importanti. E' necessaria una progettazione comune con le aziende, si deve fare certamente meglio, puntando sulla qualità, non solo sulla quantità.  A partire dagli istituti tecnici e professionali del nostro territorio vanno poi rinnovati i laboratori, molto spesso obsoleti.

Un'ultima domanda. A chi si ispira, nel suo impegno sociale e sindacale, Alessandra Biagini?
Io vivo l'impegno sociale nel sindacato, ma per me è stata molto importante e formativa anche l'esperienza di oltre vent'anni come volontaria nella Croce Verde (ora forzatamente interrotta per mancanza di tempo). Dobbiamo tornare a valorizzare la centralità della gratuità dell'impegno: i volontari, i delegati, solo il vero volto del sindacato sui posti di lavoro, i nostri terminali di fiducia. Se devo pensare ad una figura di riferimento, mi sento di citare una persona, cui ero legata anche da parentela, scomparsa prematuramente l'anno scorso, quello che si potrebbe definire "un santo minore". Non si tratta di un sindacalista, ma di un imprenditore di Prato, Marco Cipriani, un esempio e una testimonianza, in quella città, del fare impresa in raccordo con la dimensione sociale del territorio. Marco si appassionava, anche nella sua azienda, nel fornire una seconda chance a chi, nella vita, era stato trascinato, espulso, in quelle periferie e marginalità esistenziali spesso citate da Papa Francesco. Anche noi dobbiamo riconoscere questi volti e queste persone, tendere maggiormente loro le nostre mani e le nostre energie. Tutto ciò è fondamentale anche per riscoprire l'importanza del valore emancipativo della dignità riconquistata attraverso il lavoro. Una dignità che si riconquista "insieme" e che è all'origine dell'esistere del sindacato, anche se qualche volta, anche noi, lo dimentichiamo. Proprio a Marco, oltre che ai miei collaboratori e collaboratrici volontari, ho pensato, il giorno della mia elezione.

Francesco Lauria

http://www.reportpistoia.com/pistoia/item/50802-alessandra-biagini-eletta-nella-segreteria-cisl-toscana-nord-fare-sindacato-tornando-alle-fondamenta.html

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