lunedì 28 agosto 2017

LE RUGHE E I RICORDI DI CASTAGNO



Ci sono luoghi, nella collina e nella montagna pistoiese, che sono davvero bellezze nascoste, magari un po' polverose, ma ricche di significato. Uno di questi è Castagno di Piteccio, frazione in cui si trova anche una delle fermate della ferrovia Porrettana. 
A Castagno c'è una sorta di museo all'aperto con le sculture tra le case, eredità di una grande vitalità artistica e culturale risalente a un paio di decenni fa.
E tra queste pietre, può capitare, una domenica di fine estate, un po' prima della cena, di ascoltare, inaspettatamente, i ricordi di una donna del paese, ricordi bambini di una guerra che a noi appare lontana, sempre di più.
Ascoltare le immagini dei rastrellamenti nazisti e delle svastiche nere dipinte, come sfregio, sulle case, rinnovare la eco di un pianto infantile che, almeno per un istante, quasi miracolosamente, quasi come in una favola provvisoria, riesce ad evitare il peggio.
Colpisce osservare le rughe e immaginare lo sguardo di una bambina, ormai vicina agli ottanta anni, che, con semplicità, ci ricordano quello che è stato.
Quello che mai dobbiamo dimenticare.
Anche quando non potremo più ascoltare dai testimoni diretti la barbarie che l'uomo ha prodotto, pezzo a pezzo, nutrendosi della banalità del male.   (F.L.)









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