lunedì 19 giugno 2017

IL GIORNO DI DON PRIMO E DON LORENZO. 
Una festa che non si esaurisce oggi.
"Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi!". Questo passo del Vangelo di Luca, probabilmente, con ironia, è oggi nei cuori di don Primo e Don Lorenzo.
E' passato, infatti, il tempo dei "processi postumi a Don Milani" e all'oblio cui si voleva destinare Don Mazzolari, con i suoi "estremismi pacifisti".
Oggi è un giorno di festa. Il duplice omaggio di Papa Francesco, tra il sud della Lombardia e le montagne toscane, non può che riempire di gioia chi ha considerato questi due grandi testimoni e protagonisti un faro anche per il presente e per il futuro.

Non si adorano le ceneri, ma si coglie, come diceva Paolo Giuntella, il fiore rosso e il tizzone ardente della testimonianza.
Pensiamo ai testi di Don Primo Mazzolari sul valore del lavoro, raccolti nella bella pubblicazione, edita nel 2015 dalle Edizioni Paoline e intitolata proprio: "L'uomo vale perchè lavora", al manifesto stupendo e non sempre compreso di Don Lorenzo che non può che essere: "Lettera a una professoressa" sulla coscienza nell'educazione, non solo dei ragazzi.
Nel tempo della terza guerra mondiale a pezzetti e dell'immanenza pervasiva del terrore, di fronte alla vendetta di ieri a Londra, nell'attentato contro la moschea, appaiono profetiche ed esigenti le parole di Don Primo: "Non è giunto ormai il momento, per la teologia, di individuare, di smascherare, di colpire tutte quelle forme mentali, quelle tacite acquiescenze, quelle attività criminose che preparano da lontano ma sicuramente le guerre?"
"Se vuoi la pace prepara la pace". Un messaggio universale, esigente, nonviolento. 
Un messaggio che Don Lorenzo coglie in una dimensione che, di fronte al rigurgito degli egoismi nazionali, non può che essere senza confini e senza steccati. Lo scrisse ne "L'obbedienza non è più una virtù": "Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri."
Ecco, non occorre aggiungere molto altro.
Teniamo aperti la mente e il cuore al messaggio, mai addomesticabile e sempre positivamente inquieto di Don Mazzolari e Don Milani. 
Senza mai tenere le mani in tasca, ma sforzandoci di tenerle aperte, non minacciose, di fronte all'altro, chiunque egli sia.

1 commento:

  1. Due fari, due luci nella nebbia di una desacralizzazione pragmatica. Che non siano consumati dalla retorica ipocrita del sistema per renderli innocui mentre si continuano a togliere i diritti e la cittadinanza dal vero fascismo di oggi...

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