sabato 17 giugno 2017

LA FAVOLA DEL PARMA E DI PARMA 
IERI A FIRENZE.
Di calcio, emozioni e migrazioni. Di orgoglio ritrovato e festa contagiosa, di salame e tramonti, tra l'Australia, le colline toscane e la via Emilia.

E' difficile raccontare la profondita' delle emozioni provate ieri sera allo stadio Franchi.

Manco stabilmente da Parma, la mia citta', salvo rare parentesi, dal 1998.
Dentro di me ci sono le tavolate di San Giovanni, quella cosa difficile da spiegare fuori regione che e' la torta fritta, la strada che dalla mia prima casa di via Montanara porta alle colline di Felino, i campi di pannocchie dietro via Basile che ora sono diventati nuovi quartieri. Spostandomi un po' l'Oltretorrente, custode della memoria antifascista della citta', che e' il cuore di una parmigianita' ormai meticcia, con quella erre arrotata, comune anche ai ragazzi parmigiani di seconda generazione, che ormai ho perso e che non piaceva a Dante Alighieri, ma che e' un marchio inconfondibile attraverso il quale ci si riconosce nel mondo.
Beh, in curva Ferrovia, allo Stadio Franchi, nella bellissima finale di Lega Pro che ha riportato il Parma Calcio in serie B, mi sono sentito felice come un vecchio emigrato in Australia durante un concerto di Toto Cutugno. Ho visto l'orgoglio positivo di una citta' e di una societa' che si e' rialzata dopo il crac Parmalat, ma soprattutto dopo l'oscuro e assurdo buco di tre anni fa che porto' alla vergogna di un campionato umiliante e alla farsa dei presidenti prestanome che affossarono ogni speranza.
Ho visto Cristiano Lucarelli alzare la coppa di fronte ai tifosi, tantissimi, in delirio, orgogliosi di un giocatore che mai ha abbandonato la nave alla deriva. Come in un flash ho incontrato Marta una mia ex compagna delle scuole elementari, accompagnata da una figlia quasi piu' alta di lei, e ho ricordato con lei i festeggiamenti dello scudetto della Maxicono, altro sport, altra epoca.
In queste ore rimangono sullo sfondo gli imminenti compratori cinesi, il business dei diritti televisivi, ma traspare la passione per lo sport e l'orgoglio contagioso di una festa ritrovata.
Cosi', tornando verso Pistoia, e gustandomi il tramonto ritardato di un caldo giugno tra le colline toscane, ieri ho pensato a quanto sia bello scoprire e conoscere il mondo, ma anche a quanto sia importante non dimenticare, non disperdere, pu sempre rinnovandole, le proprie radici.
In fondo mi sono sentito come quando mio figlio Jacopo, che ancora non sa leggere e che la erre arrotata la sente quasi solo da Mattia, il figlio parmigiano di una mia ex compagna di universita' feltrina, quando, dopo una vacanza un po' prolungata, riconosce, giunti al ponte di pietra sul Vincio, il cartello di Gello. Ed esulta felice.
Forza Parma! Meriti la serie A!!!.


Francesco Lauria

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