mercoledì 14 giugno 2017

LA GRANDE OCCASIONE PERSA DAI COMITATI E DA GINEVRA LOMBARDI
L'immagine contenuta in questo articolo dovrebbe insegnare molto. E' l'immagine dell'assemblea aperta e pubblica della Coalizione Civica per Padova per decidere, dopo il 23% (ventitre) preso al primo turno, cosa fare al ballottaggio. Tre opzioni: non appoggiare nessuno, appoggiare il centrosinistra senza apparentamento, appoggiare il centrosinistra con apparentamento. Immagino che la decisione non sarà stata semplice e nemmeno, sinceramente, ancora la conosco. Ciò che conta è il metodo, quel metodo che, in due anni, ha fatto crescere questa alternativa civica, partecipativa, ecologista, dal 10 al 23% in una città in cui moltissimo si è giocato sui temi del contrasto all'immigrazione e della paura. Purtroppo tutto questo a Pistoia, pur con le dovute proporzioni dimensionali, non è accaduto, non accade e, temo, se non cambia qualcosa, non accadrà. La campagna elettorale che ha visto Ginevra Lombardi presentarsi nel segno del cambiamento, della partecipazione, della trasparenza e della sostenibilità ha mostrato tutte le sue debolezze e il risultato finale, deludente, poteva anche essere peggiore. Molte cose, per chi le ha vissute da dentro, non possono essere raccontate, per questioni di correttezza e di opportunità, ma sono state, perlomeno, percepite. Con grande lealtà, pur rallentando nell'ultima settimana, ho sostenuto il programma e il progetto dei comitati, convito che la piattaforma e le proposte fossero quanto di più avanzato possibile per un'alternativa civica e solidale che abbracciasse tutto il territorio, dalla piana, al capoluogo, fino alla collina e alla montagna. Non mi sono candidato in prima persona, perchè ritenevo e ritengo che chi è impegnato in attività di rappresentanza sociale, pur in tutt'altri luoghi, e senza incompatibilità formali, debba fermarsi fino ad un certo punto. Ma ho fatto una scelta di campo, molto chiara. Nessuna ambizione personale, nessuna rivalsa, solo il desiderio di contribuire ad una prospettiva partecipata e programmaticamente orientata di cambiamento in primis per le generazioni future. Come ho scritto a chi ha guidato questo percorso prima che fossero noti i risultati, purtroppo non si è stati capaci di aprirsi davvero alla città, di superare logiche settarie, di essere esempio e testimonianza, politica, etica ed organizzativa, di coerenza tra fatti, comportamenti e valori. Il disastro organizzativo e politico di questa esperienza che aveva tante potenzialità, tante energie e persone positive al proprio interno, non può essere ascritto solo alla candidata sindaco. Ginevra Lombardi ha una grande preparazione e competenza e, potenzialmente, una forza, una visione dirompente. Purtroppo questa grande forza profonda, è annegata in un progetto politico collettivo viziato dall'indecisione e dal caos permanenti, nella mancanza di coraggio, nello scarico delle responsabilità, nel sentirsi, troppo spesso al centro di chi sa quali manovre e boicottaggi, anche dell'informazione. Chi si propone di trasformare il metodo dell'amministrazione pubblica non può passare da un caos organizzativo e politico a momenti di dirigismo senza appello, non può ondeggiare continuamente sulle scelte di fondo da fare, rimandando continuamente e spesso contraddicendo i momenti decisionali e di scelta. Uno per tutti: arrivare ad un passo dall'accordo con Sinistra Italiana e Possibile, partecipando con un intervento appassionato al congresso provinciale del primo di questi partiti, e poi far dirigere la campagna elettorale da persone candidate, a destra, in altri comuni che ora, ossessivamente e pubblicamente chiedono di appoggiare Alessandro Tomasi e la sua coalizione di destra-centro. Guardando avanti non so quale continuità la città possa aspettarsi da questo esperimento purtroppo fallito. Pistoia, come la mia Parma nel 1998, ha bisogno come il pane di cambiamenti radicali e di offrire la possibilità reale di una democrazia locale dell'alternanza che tagli le ragnatele di un potere cittadino sempre uguale a se stesso da decenni. Può darsi, visto il caos, che ha contraddistinto in generale queste elezioni amministrative che chi vinca il 25 giugno, specialmente se sarà una replica e non una novità, possa non riuscire nemmeno portare a termine un mandato di cinque anni, annegando nelle proprie aperte contraddizioni. Occorre, di nuovo, fare come a Padova. Allargare il campo, compiere scelte di fondo e di valore prima e non durante e dopo il momento elettorale, non chiudersi in un antipatico microgruppo dei migliori e degli illuminati, lamentandosi di quanto sia "cattivo" il sistema. Sporcarsi positivamente le mani per un territorio e una città bellissima che, comunque vada il 25 giugno, attenderà ancora per essere "politicamente" davvero "liberata".
Francesco Lauria

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